
Sequenza 1 – che cos’è il tempo; sequenza 3 – che cos’è l’oggettività. Avvicinamento 2 – perché una forma. Ogni sequenza-avvicinamento di questo libro di B. Noël si apre e si svolge su un’interrogazione. “Il Tu cancella l’Io perché su di lui ha il vantaggio del silenzio.” – Scrive Noël nella nota introduttiva. Cosa accade. La lingua dell’io rimbalza si specchia nel tu e riempie la bocca d’ombra e di silenzio; è il tu questa sostanza oscura che viene riversata sulla pagina vuota e bianca, superficie specchio del paradiso perduto dell’unità1. “la faccia umana / … / è la bocca nera / dove il tu si getta nell’io” 2. Dov’è il “punctum” dell’identità personale; cosa trattiene dal cadere definitivamente nell’ombra del doppio. È nel suo essere dominato e non padrone della voce la sostanza del suo essere doppio, punto di equilibrio che impedisce il crollo. “L’io non esiste. IO è una posizione di equilibrio”.
Che cos’è l’oggettività. (il “tu”), come gli animali e le cose, “vive” nello spazio, nell’estensione. “lo spazio divora tutti i luoghi / bianca notte la bocca vede”. L’io, “vive” nel tempo che si contrae, è destinato irrimediabilmente a contrarsi in un punto. Che è il luogo del proprio corpo. “Il tempo presente non si richiude mai su se stesso, è sempre aperto come una ferita da cui scorre via la nostra forza”.
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http://www.academia.edu/3234439/Bernard_Noel_Lombra_del_doppio
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L’ombra del doppio
Sequenza 3
che cos’è l’oggettività
la terra è curva e il senso
un dado buttato nell’occhio
lo spazio divora tutti i luoghi
bianca notte la bocca vede
il suo tu qualcosa una fossa
nell’aria una mano va via
ritagliando la forma del mondo
davanti ad ognuno si alza l’altro
qu’est-ce que l’objectivité
la terre est courbe et le sens
un dé lancé dans l’oeil
l’espace mange tous les lieux
nuit blanche la bouche voit
son tu quelque chose une fosse
en l’air une main qui s’envole
en découpant la forme du monde
devant chacun l’autre se lève
*
Qual è questo viso
avvicinamento 2
perché una forma
perché lo esige
la precarietà
seguire l’inclinazione
verso la propria perdita
sarebbe la vera fortuna
il possibile invoca
un punto di riferimento
poi lo insemina
vi fa crescere
il volto umano
pourquoi une forme
pourquoi la précarité
l’exige-t-elle
suivre son penchant
vers sa perte
serait sa véritable chance
le possible réclame
un repère puis
l’ensemence
pousse en lui
la face humaine
*
Sul quel poco di corpo
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a se stesso
l’intimo estraneo
il nudo
nel proprio cuore
né alto
né basso
in mancanza di uno
à soi- même
l’intime étranger
le nu
dans son propre cœur
ni haut
ni bas
faute de un
(tr. it. L. Frisa – postfazione M. Ercolani)
scheda editoriale:
http://www.edizionijoker.com/L’ombradeldoppio.html
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Toute chose mentale a son arrière-pays qui se perd dans les ténèbres. L’écriture cherche à dialoguer avec la figure qui se tient là-bas, dans le noir. Ou qui donne l’illusion de s’y tenir. On a longtemps cru que ce là-bas était au-delà alors qu’il se trouve en-deçà. Qu’il est bien avant, du coté de l’insaisissable origine, et non pas du coté d’un après dont la porte serait la mort. Celui qui écrit – ici ou ailleurs- il voit son ombre surgir, s’avancer, reculer, se perdre. Est-ce bien son ombre? Est-ce seulement son double? Le Je n’est rien tant qu’il ne s’est pas reflété sur le Tu, mais dans cette rencontre le Tu effaces le Je parce qu’il a sur lui l’avantage du silence. Ainsi la langue du Je ricoche sur le Tu puis, ayant rebondi sur lui, rempli d’ ombre la bouche du Je. D’ ombre et de silence. Chargée de substance obscure par ce renvoi, la langue tire alors vers la page la présence essentielle du Tu comme si, vide et blanche, la surface mirait le paradis perdu de l’unité. (Bernard Noël, Nota per l’edizione italiana)