SAMUEL BECKETT / L’INNOMINABILE
Posted by alfredo riponi su novembre 16, 2006
Comment, dans ces conditions, fais-je pour écrire, à ne considérer de cette amère folie que l’aspect manuel ? Je ne sais pas. Je pourrais le savoir. Mais je ne le saurai pas. Pas cette fois-ci. C’est moi qui écris, moi qui ne puis lever la man de mon genou. C’est moi qui pense, juste assez pour écrire, moi dont la tète est loin. Je suis Mathieu et je suis l’ange, moi venu avant la croix, avant la faute, venu au monde, venu ici.
Come, in queste condizioni, riesco a scrivere, a non considerare di quest’amara follia che l’aspetto manuale ? Non lo so. Potrei saperlo. Ma non lo saprò. Non questa volta. Sono io che scrivo, io che non posso sollevare la mano dal mio ginocchio. Sono io che penso, quel poco che basta per scrivere, io la cui testa è lontana. Sono Matteo e sono l’angelo, io venuto prima della croce, prima della colpa, venuto al mondo, venuto qui.
(Samuel Beckett).
madmapelli said
siamo incapaci di pensare la morte.
il grande rimosso.
abbiamo paura, en attendant…
e ci riempiamo di cose da fare.
anche di cose da pensare pur di non…
alle volte penso che dovrenne prenderci del tempo, ogni tanto, per guardare oltre…
alle volte penso che tutto il percorso che sto facendo di attraversamento della spiritualità lungo i testi del rinascimento italiano
sia, in parte, una ricerca del dire, del dire l’innominabile…
ps: traduzione perfetta!
alfred58 said
Queste modeste righe devono qualcosa a Maddalena.
melpunk66 said
oppure, come diceva kafka, l’indicibile può essere detto solo attraverso la metafora. credo che possa essere un astrada proficua
heteronymos said
ottimo alf!
“siamo incapaci di pensare la morte”: questo è il problema della cultura che vive tutta dentro di noi.
Credo che dovremmo ripensare – e rivivere – alcuni itinerari del pensiero orientale per superare l’impasse.
Anzitutto la tematica dell’ “impermanenza” legata a quella della “dissoluzione” dell’IO…
Un terreno fertile, credo, almeno da quando, in molti àmbiti, Cartesio ha definitivamente abbandonato la scena…
Un caro saluto, e complimenti per la scelta del post breve, che aiuta molto i pigri 🙂
mario
madmapelli said
se ve la sentite credo che qui
http://leftyboyblog.splinder.com/post/9907101
su un post di lefty, ripreso da un commento di atarax7 scritto a Heteronymos sia possibile che alcune riflessioni si inteccino.
mad
madmapelli said
@ mel
il tuo richiamo alla metafora – la struttura che connette – e a Kafka ( ma anche a tutti: da Aristotele a Borges ai blogger!!!) mi fa pensare a come, in effetti, si riesca a dire solo cercando altrove: cercando in un altro campo semantico dove i significati s’intrecciano e i rinvii si moltiplicano…
“come se” (appunto!) ci fosse un qualcosa che la nostra mente è in grado di dire solo per connessioni…
mad
melpunk66 said
salendo ancora è come il dio dei mistici non si vede ma lo si intende
farouche said
“ed è il pensiero /della morte che,
in fine, aiuta a vivere”
U.Saba* Sera di febbraio* da Ultime cose
RosaTiziana said
Adoro Beckett…una sua poesia è stato il mio primo post nel blog che ho aperto da pochissimo (ebbene si, sono neofita). Tornerò a trovarti 🙂
Esterazy said
…vorrei capire se il carattere minuscolo dei post sia dovuto alla intenzione di mettere alla prova la voglia di leggere del visitatore, nel qual caso mi sembra apprezzabile.
lefty333boy said
nominare l innominabile?
no
ne sono profonda mente innamorato 🙂 saturdaysourmiao
lefty333boy said
oops – ho perso una parola-
difficile??
ma no
lefty333boy said
a kiss Alfred ;-))
madmapelli said
togli quela gifssssssssssssssssss
:))))))
mad
OT: si parla di te da me
smak
lefty333boy said
è DALI !!!
madmapelli said
buon utan-dì
a Alfred e a quel matto :))) di Lefty-Dalì
baci
mad
heteronymos said
che senso quella gif…
alf,
da me ti ho rivolto una domanda su Marion
ti aspetto
lefty333boy said
walkin
Bleumarine said
“…siamo noi fatti così da dover bere la morte a piccole dosi, quotidianamente, per conservare il gusto della vita?” da Orlando, di Virginia Woolf
MIiaoooo said
ah si DAVE si -sono passat :-))
lefty333boy said
si entra come in un cimitero 🙂 si sono passato da dave come anonimo -omonimo 🙂
MIiaoooo said
Si entra nei suoi deliri come in certe martedi di novembre , di pomeriggio, nei cimiteri.
wolfsegg said
La nostra esistenza è quella delle domande che non ottengono risposta: eppure questa è la nostra esistenza. (TB)
Mi permetto di zampettare in questo campo troppo minato …
Saluti.
e
madmapelli said
io non passo più…
troppo grigio piombo
fatemi sapere se prima o poi cambia registro…
Ciao Alf,
aspetto tuo prox post.
notte (anche a cugina -far)
a presto
mad
anonimo said
alf,
ora si invertono le parti…e sono io a dirti, con il sommo poeta:
“non ti curar di lor ma guarda e passa”
:-)))
(je t’ai repondu, il y a quelques minutes)
bye
heteronymos said
l’ebbrezza di essere utan…
ora capisco… 🙂