da LA PROIE S’OMBRE / Ghérasim Luca
Il turbine che riposa
ciò che passa per perfettamente immobile / spinge ciò che sembra curiosamente deambulante / a fingere d’esser fisso se non immutabile
così ciò che ha l’aria di fermarsi malgrado tutto / passa per agitarsi follemente intorno
ciò che si muove o no in un angolo oscuro / della stanza o piuttosto ciò che scivola / tra i passi di ciò che si muove / o riposa nel bel mezzo di un turbine / e soprattutto il mobile che ha l’aria / d’avventarsi a piccoli balzi immobili / al di sopra / fingono d’essere perfettamente / ciò che ha l’aria d’essere / curiosamente deambulante / e con ciò che finge di passare / per ciò che finge d’essere / fisso se non immutabile / spingono ciò che è perfettamente immobile / a farsi passare per / ciò che spinge a fingere / di passare per curiosamente deambulante / di passare da perfettamente immobile / a ciò che ha perfettamente l’aria d’essere / ciò che passa / o piuttosto a ciò che spinge / ciò che ha / l’aria d’essere ciò che passa / a oltrepassare perfettamente ciò che passa / a oltrepassare anche ciò che oltrepassa ciò che passa / pur fingendo d’essere / curiosamente oltrepassato da ciò che passa / a spingere tutto / tutto ciò che passa o no / ad aver l’aria d’essere perfettamente oltrepassato / di non essere che oltrepassato / di nascere fisso e oltrepassato in un angolo …
(La Fine del mondo / Ghérasim Luca ; Joker 2012 – La proie s’ombre ; Josè Corti 1991)
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da TESTI 3 / Helmut Heissenbüttel
che che che che
voix d’abord de hors qua qua (Samuel Beckett)
se qualcosa attraversa qualcosa allora tutto ciò che è tutt’intorno è qualcosa che è uguale intorno tutt’intorno e ciò che eventualmente è diverso da qualcos’altro tuttavia non è diverso tutt’intorno da qualcos’altro
se però qualcosa che ha attraversato qualcosa viene fuori da qualcosa attraverso cui è passato qualcosa allora ciò da cui è venuto fuori qualcosa è qualcosa che non è più tutt’intorno ma qualcosa che se ne va e qualcosa che se ne va diventa a poco a poco qualcosa che se ne è andato e qualcosa che se ne è andato è qualcosa che è di fuori e qualcosa è di fuori è qualcosa che ha aspetto diverso e così qualcosa che ha attraversato qualcosa se viene fuori da qualcosa attraverso cui è passato recepisce di ciò attraverso cui è passato opinioni
un’opinione che qualcosa ha di qualcosa attraverso cui è passato qualcosa è allora qualcosa mediante cui qualcosa che ha attraversato qualcosa può distinguere ciò attraverso cui è passato qualcosa ammesso che ciò attraverso cui era passato qualcosa fosse fatto di qualcosa che aveva grandezza diversa allora mentre qualcosa attraversava qualcosa che era più grande o più piccolo non era così grande o così piccolo perché intanto tutto tutt’intorno non era qualcosa che era piccolo o grande ma solo qualcosa che era tutt’intorno
ora se però qualcosa che aveva attraversato qualcosa viene fuori da qualcosa attraverso cui era passato allora ciò da cui viene fuori qualcosa è qualcosa che se ne va e qualcosa che se ne va ha quindi diversa grandezza e piccolezza o comunque ciò che è venuto fuori da qualcosa è dell’opinione che ciò da cui è venuto fuori qualcosa è qualcosa che ha diversa grandezza e piccolezza
ora se però qualcosa attraverso cui era passato qualcosa diventa qualcosa che se ne va sempre più lontano ciò che ha diversa grandezza e piccolezza diventa sempre meno diverso e ciò attraverso cui era passato qualcosa e di cui ciò che aveva attraversato qualcosa aveva l’opinione che avesse diversa grandezza e piccolezza diventa quindi qualcosa che diventa sempre più uguale o per lo meno ciò che aveva attraversato qualcosa ha l’opinione che diventi sempre più uguale e ciò che finalmente è molto lontano da ciò che aveva attraversato ha di ciò di cui è molto lontano l’opinione che sia qualcosa che è in sé del tutto uguale e indifferente e quanto più qualcosa è lontano da qualcosa attraverso cui una volta era passato qualcosa tanto più esso diventa indifferente
(Testi 1 | 2 | 3 / Helmut Heissenbüttel ; tr. Emilio Picco ; Einaudi 1968)
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Come nelle ultime prose di Samuel Beckett, le parole si ripetono in un movimento che sembra raggiungere, nell’estrema velocità, l’immobilità. “Quale di tutti i luoghi immaginabili ha meno probabilità di svanire? E a lungo andare si starà meglio nel moto o nella quiete?” (S. Beckett, Compagnia, Jaca Book 1986).
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Helmut Heissenbüttel su GAMMM
http://gammm.org/index.php/2006/06/29/da-testi-1-2-3-helmut-heissenbuttel/
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